La Programmazione Neurolinguistica (PNL) è un “modello”, ovvero un insieme di tecniche capaci di darci il controllo della nostra mente.
Alla base della PNL vi è l’osservazione del fatto che gli oggetti della nostra esperienza devono essere organizzati nella nostra mente secondo modalità strutturate.
Una volta compresa la struttura, possiamo controllare la mente. Una volta che controlliamo la mente, controlliamo il corpo e il comportamento. Insomma, controlliamo la nostra vita, o comunque abbiamo a disposizione un maggior numero di opzioni.
Ecco le 15 presupposizioni della PNL
- Se una persona riesce a fare una cosa, chiunque può imparare a farla: un principio guida fondamentale per affrontare le cose. Quando smettiamo di porre limiti ai nostri obiettivi, le possibilità che si aprono sono infinite.
- La mappa non è il territorio: molti sono convinti che le proprie mappe interiori del mondo rispettino il modo in cui effettivamente il mondo è. Invece si tratta solo di interpretazioni. Possiamo cambiare le cose cambiando il nostro modo di vederle.
- Ognuno vive nel proprio particolare e unico modello del mondo: abbiamo tutti delle mappe interiori diverse. Comprendere il modello del mondo delle persone con cui ci interfacciamo, può aiutarci ad evitare contrasti e conflitti.
- L’esperienza ha una struttura: le informazioni che riceviamo vengono codificate e rielaborate in maniera sistematica nel nostro cervello. Se apprendiamo come gli altri codificano le proprie esperienze, potremo porci in relazione con essi e influenzarli con maggiore efficacia.
- Le persone hanno già tutte le risorse di cui hanno bisogno: dobbiamo sempre ricordarci che abbiamo in noi tutti gli elementi necessari per fare ciò che desideriamo. Dobbiamo solo imparare come accedere a queste risorse.
- La mente e il corpo sono parti di un medesimo sistema: la presupposizione che il corpo e la mente si influenzino a vicenda apre nuove possibilità per cambiare il modo in cui pensiamo.
- Non possiamo non comunicare: comunichiamo di continuo, che lo vogliamo o meno. Anche il silenzio è una comunicazione, la cui l’interpretazione corretta dipende da segnali di altro tipo, come per esempio dal linguaggio del corpo.
- Il significato di ciò che comunichiamo è la risposta che ottieniamo: il modo per giudicare l’efficacia della nostra comunicazione non sta in ciò che volevamo dire, ma in ciò gli altri capiscono. Siamo noi i responsabili della chiarezza della nostra comunicazione.
- Dietro a ogni comportamento vi è un’intenzione positiva: se ci rendiamo conto che c’è un’intenzione positiva dietro ad ogni comportamento, anche quello più negativo, possiamo individuarla ed eventualmente trovare modi migliori per raggiungere quel risultato.
- Le persone fanno sempre la scelta migliore a loro disposizione: se accettiamo che potrebbero non aver avuto a disposizione altre opzioni, miglioreremo la comprensione delle azioni delle altre persone.
- Se quello che facciamo non funziona, dobbiamo fare qualcosa di diverso: alcune idee potranno sembrarci geniali, ma se poi nei fatti non funzionano bisogna imparare a scartarle.
- Non esiste il fallimento, solo il feedback: se non tentiamo per paura del fallimento, limitiamo le nostre opportunità. Dobbiamo guardare ad ogni tentativo come ad un modo per ricevere feedback su cosa non funziona, e per scoprire di conseguenza cosa produce risultati.
- Le persone funzionano alla perfezione: è importante non catalogare gli altri o se stessi con etichette negative – c’è rischio di finire per crederle vere!
- Più una persona è flessibile, più è probabile che ottenga ciò che desidera: come in natura, dove le creature più adattabili sono le più numerose, nel nostro mutevole e frenetico mondo è importante essere capaci di adattarsi alle circostanze che cambiano.
- Avere scelte è meglio che non averne: uno degli scopi fondamentali della PNL è quello di metterci a disposizione una rosa di scelte e quindi più libertà.
In un prossimo articolo vedremo in dettaglio come applicare questi presupposti nella vita privata e sul lavoro.
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